One Shot
ONE SHOT, così s’intitola il mio primo workshop di fotografia ed in effetti si può dire che sia stato proprio una bella botta!
Sabato mattina mi sveglio con in testa un sogno strano, era il 23 febbraio scorso e dormivo al B&B Sottotetto di Reggio Emilia, inizio a prepararmi e fare la borsa con il portatile, la macchina fotografica, i vari carica batterie, ecc. un check veloce ed esco.
Mi fermo dieci minuti a far colazione e ripenso: “però che sogno insolito… mah vabbè del resto i sogni sono eventi casuali” e riparto.
In studio facciamo l’appello e nello stesso tempo si decide l’ordine per lo shooting: dalle 10:00 alle 10:05 il primo, dalle 10:05 alle 10:10 il secondo e così per ciascuno dei partecipanti; tutto entro le 12:05, compresa una pausa a metà. Io ero il quartultimo dalle 11:40 alle 11:45.
Ci spostiamo e portiamo tutta la nostra attrezzatura in una stanza al piano terra di palazzo Magnani (vicinissimo allo studio dello shooting in via S. Zenone). Questo spazio serve anche per fare l’editing delle foto e scegliere il nostro scatto.
09:55, partono il primo e il secondo insieme, per non perdere tempo nei cambi. Occorre essere puntuali e rispettare i propri cinque minuti.
Inizia a salire l’ansia, ricontrollo la macchina fotografica, l’obiettivo le impostazioni e ripenso un po’ alle attività del giorno precedente: l’incontro iniziale, la conferenza ed i vari esempi che sono stati presentati per spiegare l’approccio tra fotografo e soggetto ed a quello che avevo sognato nella notte.
Partono il terzo e il quarto ed intanto ritorna il primo.
“Com’è andata?” gli chiediamo tutti.
“Mah è andata” dice lui mentre inizia a caricare le foto nel portatile per l’editing.
“Cosa hai detto alla modella? Che indicazioni le hai dato? Toni cosa faceva? Ti ha detto qualcosa?” queste le domande che gli abbiamo fatto tutti simultaneamente senza ottenere le informazioni che speravamo.
Si avvicina per me l’ora X ed anch’io vado verso lo studio con Adriano la persona che mi avrebbe preceduto allo shooting.
Arriviamo davanti alla porta ed in basso sulla soglia c’è un gatto accovacciato.
Mi viene un colpo!… Ancora il sogno!… È un segno?!&%§
“Ma sai che secondo me ci sei tu prima di me” d’un tratto mi dice Adriano.
“Sicuro?” provo a dire io ancora in stato confusionale.
“Si, perché quando ha fatto l’appello io ero dopo di te” mi replica.
“Caz..! Hai ragione!” Gli rispondo e mi viene un attacco di panico… “Che ore sono? Mi fumo una sigaretta prima d’entrare? Cosa faccio quando son dentro? Con che atteggiamento mi approccio al soggetto?”
Lui guarda un momento in basso verso la porta dello studio e dice: “Portati dentro il gatto”
“No, ma dai non sarebbe una specie di espediente? Un ripiego?” gli domando.
“Ma perché? Cosa c’è di male?” mi risponde.
“Oh, ma lo sai che me lo son sognato anche stanotte!” gli dico togliendomi un peso.
“Nooo ma dai! Veramente!?…” mi dice sorpreso ed io riattacco subito a parlare.
“Ieri dopo la conferenza son rientrato al mio B&B e sono andato quasi subito a dormire. Non so se sia stato il posto nuovo, la camera diversa, i fotografi onirici visti alla conferenza, il Bottega burger per cena, beh la faccio breve, ho sognato una donna vestita di nero, carnagione molto chiara e capelli lunghi corvini che saliva le scale del B&B con in braccio due gatti!”
“Ma dai a questo punto prendi il gatto e portalo dentro con te!” mi fa lui insistendo.
“No no sarebbe troppo un facile espediente!” gli ripeto convinto e determinato.
Esce qualcuno dallo studio scavalcando il gatto sulla soglia e dice: “il prossimo!”
Sta a me! Scavalco anch’io entro e chiudo la porta.
Lo studio è tutto buio, seduto sulla destra Toni Thorimbert con block notes e penna scrive senza dire una parola.
Di fronte a me un fondale nero ed al centro la modella illuminata, vestita di nero carnagione molto chiara e capelli lunghi corvini.
Non capisco più nulla, mi volto, appoggio le mie cose sul tavolo di fianco all’ingresso, rimuovo il tappo dall’obiettivo, prendo un bel respiro e vado verso di lei.
Non faccio nemmeno in tempo a dirle “stanotte ho fatto un sogn… che lei m’interrompe dicendo:
“Ma fuori c’era un gatto?… ”
Quello che è successo dopo non lo posso raccontare, posso fare molto di più!!!
Ecco gli appunti di Toni Thorimbert sul mio primo Shooting.
Nonostante tutto, questo il mio ONE SHOT.
Un Gigantesco GRAZIE a Toni Thorimbert, allo Spazio fotografia San Zenone in collaborazione con Fotografia Europea, ad Ema, al Gatto ed a tutti i partecipanti al workshop che oltre ad essere ottimi fotografi si sono dimostrati le migliori persone con cui condividere questa intensa e bella esperienza!
Commenti: 2
Caro Andrea, bell’articolo!
Mi è sembrato di rivivere quei minuti trascorsi insieme fuori da quello studio…
Un delle cose migliori di questo ws per me è stato conoscerti.
Un abbraccio.
Adriano
Grande Capuc! Come al solito in bilico tra sogno e realtà! Bello scatto! Guapo.